lunedì 15 agosto 2011

Il catalogo bachiano

Così come è accaduto per altri grandi compositori, anche le opere di Bach sono state catalogate in maniera scientifica basato su un numero progressivo. Non è insolito, qualora ad esempio ascoltiate una fuga, un concerto o una sonata su Youtube, notare accanto al nome della stessa una sigla. Ad esempio, la famosa Toccata e fuga in Re minore per organo è la BWV 565, o la altrettanto nota Suite per violoncello n. 1 in Sol maggiore ha per sigla BWV 1007, e via dicendo.

Wolfgang Schmieder, un musicologo tedesco, in occasione del bicentenario della morte del grande compositore pubblicò nel 1950 un catalogo sistematico dell'intera opera bachiana, chiamato Thematisch-systematisches Verzeichnis der musikalischen Werke von Johann Sebastian Bach ("Catalogo tematico-sistematico delle opere musicali di Johann Sebastian Bach"), e abbreviato in Bach-Werke-Verzeichnis o BWV.

Questo catalogo oggi è universalmente riconosciuto, ma ha alcune interessanti particolarità. Innanzi tutto, a differenza dei cataloghi di altri grandi artisti come ad esempio Mozart (Köchel catalogue), non è cronologico ma per genere. Questo vuol dire che un numero basso non indica necessariamente un'opera composta in giovane età. Secondo alcuni studiosi, Schmieder preferì questa catalogazione per diversi motivi:
  • la data della composizione di alcune opere è incerta; anche se in alcuni manoscritti è indicata, potrebbe trattarsi semplicemente di quando sono state copiate;
  • dal 1851, le opere di Bach erano state pubblicate dal Bach Gesellschaft, un istituto fondato da Robert Schumann e da altri, seguendo l'ordine adottato poi dallo stesso Schmieder;
  • a partire da Beethoven e stimolati dal suo esempio, gli artisti musicali iniziarono ad assegnare personalmente un numero di opera (opus) alle proprie opere, e quindi gradualmente si perse la connessione numero opera-data di pubblicazione che invece era diffusa nel Settecento.
Anche diversi altri cataloghi hanno seguito questa impostazione per genere, come ad esempio quello delle opere di Buxtehude (a cui Bach deve moltissimo), di Händel, di Schubert, di Liszt, eccetera.

Spesso, però, il grande pubblico ricorda le opere di Bach con un nome assegnato, ad esempio:
  • le Variazioni Goldberg (BWV 988), opera per clavicembalo che prende il nome da Johann Gottlieb Goldberg, giovane musicista alla corte del conte von Keyserling per il quale Bach avrebbe scritto le variazioni (l'episodio, sebbene tramandato da Forkel, primo biografo di Bach, è comunque dubbio);
  • la Toccata e fuga in re minore conosciuta come "Dorica" (BWV 538), chiamata così perché scritta in tonalità di Re minore, ovvero seguendo la scala melodica "dorica";
  • il Concerto per due violini, archi e basso continuo in re minore noto come "Concerto doppio" (BWV 1043);
  • il Clavicembalo ben temperato (BWV 846–893), collezione di preludi e fughe il cui nome fu dato dallo stesso Bach quando ne pubblicò il primo libro nel 1722 (il nome di questo blog si ispira ad esso, e mi propongo di approfondirlo presto in un altro post).
Fonti: L'elenco completo delle opere secondo questo catalogo è visionabile su Wikipedia inglese, e con minori dettagli nell'edizione italiana. Si può anche scaricare l'edizione in PDF del catalogo cliccando qui.

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